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Overturism a Firenze

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Prezzi troppo alti, centro invaso dai turisti, affitti introvabili per l’invasione di B&B: le testimonianze di quattro studenti fiorentini che hanno scelto di andare via

Jacopo Storni / Corriere Tv / CorriereTv

Firenze amore e odio. Un po’ la amano, un po’ la criticano, quasi la odiano. La criticano a tal punto che preferiscono andarsene. Alice, Francesca, Filippo, Edoardo, Gioia, Ada e tanti altri. Sono gli studenti e le studentesse che, finite le scuole superiori, scelgono di lasciare la città in cui sono nati, Firenze, per andare a studiare in un’altra città italiana. Scelta motivata dal desiderio di cambiare aria e cominciare una nuova vita. Scelta che, però, in tanti casi è scaturita perché questi ragazzi e ragazze sentono Firenze una città non più a misura di studente, dove il centro storico ha perso la propria identità snaturandosi al servizio del turismo. Nel 2023 Firenze è stata visitata da 9 milioni di turisti, 25mila al giorno. Un turismo che, inevitabilmente, trasforma la vita economica della città, facendo schizzare i prezzi alle stelle, e trasforma la vita sociale della città, riducendo i servizi e gli spazi d’aggregazione. Non è un caso se nei primi vent’anni del Duemila il quartiere del centro storico ha perso circa 30mila residenti, mentre complessivamente la città ne ha persi circa 140mila. C’è il calo della natalità, naturalmente, ma ci sono anche i residenti che se ne vanno in città limitrofe. Un fenomeno diffuso e preoccupante, che coinvolge anche decine di studenti, che scelgono città fuori regione per studiare.
Sono loro a spiegare le motivazioni di questa fuga. Alice D’Ettole si è diplomata al liceo classico Galilei, a due passi da piazza Duomo. Da ottobre vive a Roma, dove studia a La Sapienza. «Vorrei andare a vivere per conto mio, ma a Firenze i prezzi delle case in affitto sono altissimi e proibitivi, quindi ho optato per un’altra città». Ma non c’è solo questo. «C’è il fatto che il costo della vita in generale è diventato stellare, caffè a due euro, panini a 10 euro, sento che Firenze non è più una città a misura di giovane».
Filippo Fara andrà a studiare economia a Bologna: «Anche Bologna è cara, ma molto meno di Firenze, una città che non mi rappresenta più, dove ci sono sempre meno posti di aggregazione giovanili e dove tutto è incentrato sul turismo».
Gioia Brugellis si è appena diplomata al liceo di Scienze umane e in questi giorni è partita per Bologna, dove ha iniziato a studiare filosofia. «Vivo in affitto nell’appartamento dove abita mia cugina». Per la prima volta da sola, senza i genitori: «Se volessi fare la stessa cosa a Firenze, sarebbe impossibile, i prezzi degli affitti sono troppo alti, anche più di Bologna». A Firenze, dice Gioia, «tutto è a misura di turista». Lei frequenta piazza Santo Spirito, ma «uscire qui è diventato quasi insostenibile». Un panino, dice, «non costa meno di sette euro». O magari uno spritz, che «arriva a costare sette-otto euro, ma se vai a Bologna costa la metà».
Pronta a lasciare Firenze anche Lucia Corradossi, in partenza per Torino: «A Firenze molto spesso ti senti straniero a casa tua. Un esempio? Mia sorella sta cercando casa in centro ma non la trova, tutto costa troppo, anch’io non potrei mai andare a vivere da sola, tutto questo alla lunga ha pesato sulla mia decisione di andarmene». E poi Ada Barattini: «Ho partecipato al test di ammissione a scienze politiche di Bologna, se sarò ammessa lascerò Firenze». Anche secondo Ada, a Firenze «mancano spazi di aggregazione e quelli che ci sono, sono tutti a pagamento. A Roma, Milano, Bologna non è così. Firenze si sta svuotando di questi posti nell’ottica di favorire il turismo».
Per Carlo Spadoni, membro del Senato accademico dell’Ateneo fiorentino, «Firenze si sta sempre più trasformando in una giostra per turisti». Dice: “Sotto al Duomo uno spritz può costare 9 euro. È normale che uno studente scelga di non andarci, anche se questo è paradossale perché piazza Duomo è il cuore di Firenze». Proprio Spadoni, lo scorso febbraio, davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella presente all’inaugurazione dell’anno accademico, aveva ribadito che «Firenze non è a misura di studente», per poi aggiungere: «Oggi è presente nella comunità studentesca una fascia di reddito grigia, non coperta dai benefici del diritto allo studio, e che non si può permettere di vivere nella città in cui ha scelto di studiare, trovandosi così impossibilitata a frequentare le lezioni».
Resta comunque stabile il numero degli iscritti all’Università di Firenze. Per quelli che se ne vanno dal capoluogo toscano, altri ne arrivano da fuori, richiamati dal prestigio di Unifi e richiamati dalla bellezza della città.

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